La luna sott’acqua
La luna sott’acqua
di Antonella D’Ambrosio
Il particolare documentario “La luna sott’acqua”, che val bene più di una visione, sta spaziando per il mondo: si trova ora a San Paolo del Brasile per il Festival Internacional de Documentario de Melgaço. “La luna sott’acqua”, film di Alessandro Negrini, è dedicato, nel sessantesimo anniversario della tragedia del Vajont, alla comunità di Erto, il paese che sopravvisse all’immane disastro. Il regista ha una sensibilità particolare e riesce a trasmettere profondità di intenti già dalle immagini degli stupendi paesaggi, ma sa anche seguire la comunità umana del piccolo paese con poetica partecipazione: entriamo nelle loro vite, ci appassioniamo ai loro diversi modi di affrontare i problemi. La vellutata voce dell’attrice e doppiatrice Maria Pia Di Meo fa parlare il bosco, stravolto dalla valanga, ma anche capace di riprendersi. Il documentario alterna armoniosamente le immagini del paesaggio a quelle degli umani che abitano il piccolo paese.
Il poeta Alessandro Negrini, nato a Torino, ha iniziato la sua carriera cinematografica in Irlanda. I suoi film sembrano nati per infondere la poesia: esplorano temi sociali e di confine con un approccio poetico e onirico. Ha amplificato il messaggio poetico trasferendolo al mezzo cinematografico, dando la possibilità di esprimersi a chi ha vissuto la tragedia e si è salvato, ma che poi deve trovare un proprio equilibrio per andare avanti. Ha la sensibilità che gli permette di seguire le persone in maniera partecipata ma non invasiva. Il sindaco di Erto, per esempio, è presentato nei movimenti nella sua cucina, così da farlo apparire ancora più umano e vero. È ben descritto il sentimento di alcuni sui quali incombe la sofferenza di essere considerati estranei nella propria terra, perché, secondo il Governo, non dovevano più abitare quei luoghi divenuti pericolosi. Un ritratto quasi affettuoso della collettività nella sua poetica umanità. Lo sguardo si amplia con la maestosa fotografia dei paesaggi naturali e l’onirica voce del bosco. Ha voluto collegare questi paesani con una voce ancestrale che li accomuna nel sonno e fortifica la comunità. Quasi che l’incantesimo che ha la capacità di creare col suo pubblico non gli bastasse. Come in un pentagramma unisce tutte le note delicate e profonde della sua poetica. I filmati d’epoca accennano a una vita precedente al disastro e il suono registrato della Natura è come un lamento o un rimprovero imperituro, ma la Natura, come gli alberi del bosco caduti che germogliano nuovamente, sa riprendersi il suo spazio vitale.
”La luna sott’acqua” è una coproduzione Italia-Slovenia, prodotto da Incipit Film in co-produzione con Casablanca Film e Incandenza Film, e finanziato dalla Friuli Film Commission, Piemonte Film Commission, Norwegian Film Institute e il fondo europeo Media. Questa Poesia visiva è stata girata nell’arco di 10 anni, nel luogo che gli ertani si sono ripresi in una personale storia di Resistenza e mostra la sofferenza del ricordo e insieme il realismo magico, nutrito di mito, natura e origini perdute.
Qual è il confine tra il preservare la propria memoria e la necessità di sopravvivere al dolore e ritrovare una speranza? Forse è un’onda circolare, come quella di un sasso lanciato in acqua o come il riflesso della luna.
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