Palazzo Capodiferro, ovvero Palazzo Spada, gioiellino barocco nel cuore di Roma, famoso per la falsa (e fascinosa) prospettiva del Borromini ed importante per la sua doppia identità: sede del Consiglio di Stato e pinacoteca che conserva soprattutto opere del ‘600. Costruito nella prima metà del XVI secolo il Palazzo appartenne prima al cardinale Giordano Capodiferro e, successivamente, al cardinale Bernardino Spada il quale, oltre ad apportarvi modifiche strutturali ed abbellimenti interni, come il magnifico Salone di Pompeo affrescato nel gusto illusionistico dell’epoca, vi ospitò la sua collezione d’arte.
E qui, fra le altre opere, figura “Un ritratto d’huomo con berrettone e cornice dorata”, come da inventario del 1624. E’ firmato da Giovanni Lanfranco, già allievo di Agostino Carracci a Parma e poi, giunto a Roma, del fratello Annibale. E’ giovane, ha vent’anni, ma dimostra subito un non comune talento, lavorando soprattutto nelle chiese, dove, nel tempo, lascerà opere notevoli. Come la Cappella Sacchetti in San Giovanni dei Fiorentini, “Orazione nell’Orto” e “Ascesa al Calvario” di forte drammaticità ancorché un po’ scenografici, nel gusto barocco, o gli splendidi affreschi della cupola di Sant’Andrea della Valle (“La gloria del Paradiso”).
“Spiegò egli fin da’ primi anni l’ali del suo bel genio alla pittura”, scrive Giovanni Pietro Bellori, celebre biografo degli artisti del Barocco (una sorta di Vasari del XVII secolo). E con ragione, perché Lanfranco, oltre a Roma s’impegnò con passione anche a Napoli, nella Cappella del Tesoro del Duomo, succedendo al Domenichino, e, naturalmente, nella sua Emilia, come a Parma, la chiesa di Ognissanti. Ma il fulcro della produzione è nell’Urbe e qui matura il suo stile, che all’impronta classica, di derivazione carraccesca, unisce un forte accento realistico (Caravaggio ha lasciato un segno profondo nella pittura italiana). E un ottimo esempio è appunto questo “Giovane con il berretto piumato”, che ha permesso il recupero sul mercato antiquario di un capolavoro ora qui esposto, il “Ritorno del figliol prodigo”, datato intorno al 1620.
Già nella ricca Collezione Giustiniani, poi dispersa agli inizi dell’800, è stato individuato da Miriam Di Penta e Umberto Giacometti, due esperti del settore, e la conferma definitiva è venuta dal professor Eric Schleier, il massimo conoscitore del Lanfranco. E fondamentale, nell’attribuzione al pittore emiliano, è stato il confronto con l’altro dipinto, nel quale compare il giovane con il cappello. E’ lo stesso del gruppo del figliol prodigo, identica posa ma sullo sfondo, a contemplare il fratello minore sporco e lacero che il vecchio padre si accinge ad abbracciare. Qui, nella figura di mezzo, s’avverte un richiamo al Guercino (che sviluppò due volte lo stesso tema: un quadro è a Vienna, l’altro nella Galleria Borghese), mentre nel vecchio sono evidenti echi della scuola emiliana (e nel personaggio stracciato del figliol prodigo come un’allusione allo stile antiaccademico dei Bamboccianti).
Ma se nel raffronto fra i due l’analogia fisica è evidente, l’uno lo specchio dell’altro, è nell’espressione che entrambi si diversificano. Se nel primo quadro i tratti del viso del giovane appaiono sereni e disinvolti nel secondo risultano invece come offuscati da un’aria perplessa, di dubbio. E giustamente, perché l’improvviso ritorno del giovane, accolto con amore dal padre, mette ora in ombra la sua figura di fratello maggiore e fors’anche i privilegi dei quali ha finora goduto, restando in pratica figlio unico.
Dunque la doppia esposizione come un ottimo spunto per approfondire la conoscenza di Lanfranco, principe dell’Accademia di San Luca, che ha vissuto il Barocco delle origini e della maturità (per Schleier i due quadri fanno parte del suo momento “protobarocco”). Ma è anche un’occasione per vedere o rivedere la Galleria Spada che ospita opere pittoriche notevoli come, ad esempio, “Andata al Calvario”, di Marco Palmezzano, “Ritratto del cardinale Bernardino Spada”, di Guido Reni, “Morte di Didone”, del Guercino, “La rivolta di Masaniello”, di Michelangelo Cerquozzi.
“Ritrovare Lanfranco: due opere a confronto”, promossa dal polo museale del lazio diretto da Edith Gabrielli, Galleria Spada, piazza Capodiferro 13, h.8,30-19,30 biglietto euro 5, chiuso martedì. Per informazioni 066832409 e www.galleriaspada.beniculturali.it
Scritto da: Antonio Mazzain data: 24 febbraio 2018.il25 febbraio 2018.
Funny I was just thinking of asking you a question about mulberry pruning as I walked through my gardens this morning. Here is my question: I live close to Daytona Beach 20 miles inland and though we had a brutal winter it has warmed up for the past few weeks and the mulberry trees are full of leaves and flowers now. Have I lost my window for pruning? I have 3 extra large trees and one fairly large one that you sold me. Also, I tried grafting for the first time about a week ago. I grafted peaches onto chicksaw plum. Not real hopeful they will take. I thought about doing some more but now both have flowers and leaves is it to late to do more grafting? thanks, Keith
Thank you for adding me.
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