Il fantastico mondo dei Momix
Il fantastico mondo dei Momix
di Antonio Mazza
Piccolo di statura ma ben proporzionato, empatico e simpaticamente logorroico, nello sguardo un flusso di energia che ti contagia ma soprattutto quella solarità d’insieme, nei gesti, nelle parole, nel modo di proporsi agli altri. Un folletto, ecco la definizione giusta per Moses Pendleton, 76 primavere indossate con eleganza e un tocco d’ironia, direttore artistico nonché fondatore dei leggendari Momix nel lontano 1980, qui a Roma per presentare il loro ritorno al Teatro Olimpico. Quasi due settimane, dall’1 al 13 aprile, uno spettacolo che include la rilettura di successi del passato ed una parte totalmente nuova e molto intrigante. Si conferma, ancora una volta, il lungo sodalizio artistico con l’Accademia Filarmonica Romana, ben 41 anni, un lungo percorso dove il sogno e la fantasia, peculiarità dei Momix, hanno sedotto e conquistato il pubblico romano.
Due parti, con la riproposizione, in veste rinnovata, di brani famosi, quali “Solar Flares”, “Sandpiper”, “Marigolds”, “A Nest of Hornets”, da “Bothanica”, uno spettacolo ideato nel 2009, che riflette e visualizza l’amore di Moses per la natura, dove quelle suggestive immagini in movimento rappresentano il momento di fusione dell’essere con la Madre Terra. E qui è la chiave del fare spettacolo dei Momix, la creatività che sfiora l’onirico, quella “Optical Confusion”, come la definisce lo stesso Moses, ovvero l’aggregazione degli elementi scenici per propiziare il coinvolgimento emotivo dello spettatore. Quanto poi si è verificato nel tempo e si verificherà di nuovo con “Baths of Caracalla” (reMIX), omaggio a Roma, ed altri momenti dove la componente coreografica è una fluttuante geometria di corpi in perenne metamorfosi.
“Floating” è la novità, su musica degli Shpongle, le cui cadenze ipnotiche innervano il movimento dei danzatori che appaiono come sospesi in una dimensione incorporea. Ma questa, come già detto, è la peculiarità dei Momix, creare fisicamente una dimensione “altra”, dove dal crogiuolo nel quale si combinano insieme corpi, luci, colori, giochi scenici, scaturisce la fusione alchemica. E sono immagini di surreale suggestione, sempre sostenute da musiche in tema, sia classiche sia pop, rock o folk (vedi anche, in programma, “Sun Flower Moon”, ispirato al nostro caro satellite, e lo straniante “Red Dogs”, che rimanda ai “Balloon Dogs” dell’artista Jeff koons). E ogni volta è un successo a livello internazionale, quindi, anche stavolta, un appuntamento da non perdere al Teatro Olimpico con i sogni del “folletto” Moses Pendleton (dal 2012 Accademico della Filarmonica Romana), co-direttore Cynthia Quinn, ed un magnifico gruppo di nove danzatori visionari come lui (Lyvia Baldner, Blake Bellanger, Jared Bogart, Nathaniel Davis, Adrienne Elion, Aurelie Garcia, Amanda Hulen, Morgan Hulen, Piper Jo Whit).
Al Teatro Olimpico, martedi-venerdì h.20,30, sabato h.16,30 e 20,30, domenica h.17,30. Biglietti da euro 37,50 a euro 54 (prevendita inclusa), ridotto giovani 3-12 anni da 26 a 33,50. Per informazioni Teatro Olimpico 3492378200 e Filarmonica 3429550100, teatroolimpico.it e filarmonica romana.org
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