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I barbari d’Olanda e Bernini

  Centodieci cicatrici insanabili sulla Barcaccia di Pietro Bernini, come ricordo di una giornata di follia che ha ferito non solo la città ma l’arte italiana e questa  è forse l’offesa più grave perché l’arte di un paese è sinonimo della sua identità. Sembra ovvio che quanto accaduto non si poteva evitare, c’è stato un flusso non ufficiale di hooligans, ma contenere sì e qui vorrei fare alcune considerazioni.

I barbari d’Olanda e Bernini

1)    Dopo gli incidenti a Campo de’Fiori, con risse e vandalismi vari, non si poteva e doveva impedire alla teppa di scorrazzare impunemente per il cuore del centro storico, che sappiamo come sia vulnerabile?

2)    Il Prefetto dice di non aver usato la mano pesante per evitare di coinvolgere cittadini inermi, ragazzi delle scuole, semplici turisti. Sì, anche, ma credo che la polizia abbia avuto paura, peraltro comprensibile innanzi alla teppa scatenata e tuttavia non faceva male a rompere qualche testa: al più ne usciva un po’ di segatura.

3)    Perché si è cosi solerti a mantenere l’ordine pubblico e magari a menare qualche manganellata gratuita, così, tanto per sport, in occasione di cortei di operai e/o studenti e in questo caso, invece, si e stati (relativamente) “soft”?

4)    E ora chi paga i danni, anche se poi l’offesa resta ed è irreparabile?

5)    Farei poi un’altra considerazione, forse la più grave di tutte e riguarda l’immagine che di noi hanno all’estero. Ovvero per molti stranieri venire a Roma significa lo “sbraco” totale, tanto si sa, è la città del dolce vivere, ognuno si fa i fatti suoi eccetera. E infatti guardate le comitive che calano dal nord o vengono da altri continenti, osservatele che so, seduti sugli scalini delle chiese o ai bordi delle fontane. Bene, state sicuri che 6 su 10 lasceranno lì lattine, bottiglie, cartacce. Tanto nessuno gli dice nulla e infatti nessuno gli dice nulla, tanto meno arrivano multe, come a casa loro. Perché fanno così? Credo sia l’aria della città, così rilassante, il mangiare, l’umore degli abitanti, insomma un qualcosa che invita allo “svacco”. E qui cito un fatto accadutomi e che considero emblematico del modo come gli stranieri (non tutti, ovviamente) vivono Roma.

        Forse ricordate quando a piazza Venezia c’erano le aiuole fiorite. Bene, un gruppo di ragazzi giapponesi si era tranquillamente seduto sopra e, dall’altro lato della piazza, un vigile ed una vigilessa li stavano guardando. Pensavo, “Beh, mo’ interverranno”. Macché, guardavano e basta, un po’ titubanti, come a pensarci su. Passavano i minuti, i ragazzi non mostravano alcuna intenzione di muoversi e i fiori stavano lì a languire, finché non ce l’ho fatta più e sono sbottato. “Ma che aspettate ad intervenire c…!”. E finalmente hanno fischiato, richiamando all’ordine quel gruppo di adolescenti che di sicuro a Tokyo non si sarebbero comportati così. E potrei fare altri esempi, occorsi a me ed amici miei (tipo l’americano che fa pipì nella fontana del Vittoriano ed il vigile, con grinta severa, gli dice “la prossima volta ti faccio la multa!”).

  In conclusione non è solo questione d’ordine e dunque menare quando bisogna menare, ma di cura dell’immagine cittadina: far capire a chi viene che Roma è sacra e va rispettata. Senza buonismi di sorta, se infrangi le norme commetti un reato, piccolo o grande che sia e ne paghi le conseguenze. E’ così difficile comportarsi in questo modo con tutti, nessuno escluso? Ma per farlo occorrono disciplina ed autodisciplina, due cose che a noi italiani purtroppo fanno difetto da sempre. E tuttavia bisogna che ci impegniamo seriamente, proprio per cancellare quella sembianza di, come dire, mollezza che induce gli stranieri a sbracarsi appena giunti a Roma. Ne va della nostra dignità non solo di Quiriti, abitanti di una città unica al mondo, ma di italiani.

5 Commentia“I barbari d’Olanda e Bernini”

  1. Condivido in pieno lo sfogo e la rabbia,Direttore.
    Sono tornato mezz’ora fa da piazza di Spagna dove mi sono recato per vedere di persona i danni provocati alla barcaccia del Bernini e sono tornato un po’ rasserenato, per due motivi: primo, perchè avevo immaginato danni al monumento ben più devastanti di quelli che ho potuto vedere, ossia la vaschetta superiore scheggiata lungo i bordi in maniera seria ma non irreparabile. Altre devastazioni non ne ho viste per la folla di curiosi che vi si accalcava inorridita. Il secondo motivo è consolante: centinaia di persone, tutte straniere, comunque non romani, che inveivano contro i vandali selvaggi giunti dalla civilissima Olanda, a sua volta atterrita e sgomenta. Sul bordo esterno della fontana moltissimi fogli manoscritti testimoniavano solidarietà alla città e disgusto per l’atto vandalico. Su ogni foglio una rosa e vai a capire cosa volesse significare.

  2. Apprezzo l’amore del direttore per questa città eterna. Sì dobbiamo caricare il questore di una parte di responsabilità dopo i gravi fatti di Piazza Campo de’ fiori, quando era chiara la presenza di tifosi molto violenti. Che fare?
    Ma seguire l’esempio nel citato episodio di Piazza Venezia presente nell’editoriale: essere anche noi in prima linea, sollecitando l’amministrazione ed i pubblici responsabili.
    Personalmente do un piccolo contributo quotidiano quando trovo bottiglie abbandonate.
    Chiudo facendo presente che due settimane fa ho richiamato
    un tassista romano che stava facendo la pipì tra due cassonetti in P.le degli Eroi. La battaglia riguarda anche noi cittadini.

  3. antonio mazza // 23 febbraio 2015 a 15:12 // Rispondi

    Bravo Lanfranco, tu sei un “civis romanus” consapevole della bellezza di questa città che, purtroppo, molti concittadini ignorano, salvo poi lamentarsi che nessuno pulisce. Anch’io dò il mio contributo quando trovo i cassonetti vuoti e la roba -plastica, vetro, alluminio- accumulata intorno perché è troppa fatica metterla dentro. Ma noi siamo abituati alla montagna, siamo ecologisti e per noi è una regola non sporcare. Spero nell’intervento di altri lettori per commentare i fatti di giovedì, che hanno ferito la città. Se si sentono veramente romani non possono non dire la loro. Li aspetto.

  4. Maria Teresa // 23 febbraio 2015 a 19:57 // Rispondi

    Caro Antonio, condivido in pieno la tua rabbia e le considerazioni che tu hai espresso ed elencato così chiaramente. L’unica cosa su cui non sono d’accordo e che non si potesse evitare (specialmente dopo la serata a Campo dei Fiori). E mi chiedo: ma non dovevano essere controllati gli obiettivi sensibili? Se un gruppo di vandali venuti dalla civilissima Olanda ha potuto creare tutto questo, c’è da sentirsi realmente preoccupati pensando a ben altro: vedasi estremisti fanatici dell’ISI, che hanno già chiaramente espresso le loro intenzioni su Roma….

  5. Roberto da Napoli // 2 marzo 2015 a 12:29 // Rispondi

    In Giappone un “turista” ha buttato in terra una cicca, un giovane del luogo raccoltala la consegnò al turista distratto con un sorriso….Da noi si accetta tutto, anche le firme ricordo sui monumenti, forse sperano che come, per Pompei, vengano ricordati nel futuro! Purtroppo è gente che viene al campo sportivo e guarda la partita di spalle per poter meglio invitare i fans al lancio di oggetti e di ingiurie, sono animali non persone, e chiedo scusa agli animali, non intendevo offenderli…da terrone Napoletano mi chiedo sono questi i popoli civili che dicono di volerci civilizzare? Come si sono comportati i signori della lega venuti a protestare? Ricordo che gli estremisti fanatici dell’ISI vengono anche dall’Inghilterra e da altri paesi “civili”…abbiamo di che temere!

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