Fuga in Normandia

           

                                                          FUGA IN NORMANDIA

 di Antonella D’Ambrosio

Arriva al cinema dal 20 giugno, dopo essere stato presentato al Festival di Bari,  Fuga in Normandia un romantico film che racconta, romanzandola, una bella storia vera sulla esplorazione dell’eroismo e del senso di colpa di chi è sopravvissuto.
È molto importante che si ricordi la guerra e i traumi che ha provocato in chi l’ha vissuta sul campo o a casa ad aspettare con angoscia un caro che sarebbe potuto non tornare, come è capitato a tanti nella seconda guerra mondiale.
Martedì 6 giugno 1944 sulle coste della Francia del nord ebbe inizio lo sbarco in Normandia, la più grande invasione marittima della storia e “l’inizio della fine” della Seconda Guerra Mondiale. Nel 2014, per la commemorazione del 70° anniversario del D-day, il veterano ottantanovenne Bernie Jordan scappa dalla casa di cura in Inghilterra, dove vive con la moglie, determinato a raggiungere la Francia, per unirsi alle celebrazioni del giorno più importante e drammatico della storia contemporanea. 
La storia della sua fuga ha commosso e catturato l’attenzione dei media di tutto il mondo ed è diventato un film diretto da Oliver Parker e interpretato dai premi Oscar Michael Caine e Glenda Jackson. È un piacere vedere recitare due mostri sacri e la determinazione con cui lo fanno alla loro notevole età. Questo è dunque anche un film sulla vecchiaia: qualunque età tu abbia, non è mai troppo tardi per fare qualcosa che vuoi veramente fare.
Il coraggioso Bernie riesce ad unirsi agli altri veterani di guerra per commemorare i compagni caduti. La notizia fa il giro del mondo e il veterano finisce in prima pagina. Ma in prima pagina, viene raccontata solo una parte della storia…

La moglie René non rivela la fuga del marito, perché nessuno cerchi di fermarlo, quindi altrettanto coraggiosa; spiritosamente fa presente all’infermiera che protesta per il di lei silenzio complice: “c’è già stato lì e quella volta sparavano !”.
Il regista ha ammesso che l’unico problema con il casting di icone di questo genere è sorto quando è arrivato il momento di scegliere le versioni più giovani di Bernie e René per le scene dei flashback, molti attori che hanno fatto l’audizione, consapevolmente o meno, hanno fatto delle imitazioni di Michael e Glenda. Ciò ha spinto Oliver Parker a cercare attori che non li imitassero, ma condividessero lo stesso spirito. E tutto questo lo ha trovato in Will Fletcher e Laura Marcus.
Bernard Jordan aveva 19 anni quando prese parte allo sbarco in Normandia; come elettricista qualificato, prestò servizio sugli LCT, i mezzi da sbarco utilizzati per trasportare i carri armati attraverso la Manica. Bernie azionava le porte elettriche di prua per consentire ai carri armati l’accesso alla spiaggia. Quasi tutti i carri armati avevano un equipaggio composto da soldati inesperti e giovanissimi e si sa che Bernie considerava parte del suo lavoro mantenere alto il loro morale. Ecco che il film intreccia importanti fatti di storia contemporanea e accadimenti della vita di René e Bernie Jordan, tramite i flashback, impostati anche come ricordi dolorosi di Bernard.
Il film non glorifica affatto la guerra, Sir Michael Caine è d’accordo: “… glorifica i vecchi che l’hanno combattuta”
Lo scrittore e sceneggiatore del film William Ivory, parlando della Greatest Generation, ha detto: “Se non capiamo cosa hanno passato quelle persone e il prezzo che hanno pagato, la storia si ripeterà”.