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I Giardini di Luglio

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                                                      I Giardini di Luglio

di Antonio Mazza

  Ovvero “Harmoniae”, progetto vincitore dell’Avviso pubblico biennale “Estate Romana 2023-2024”, nonché Festival musicale che, come ogni anno, si svolgerà nella “verzura” nella quale è immersa la Casina Vagnuzzi, storica sede dell’Accademia Filarmonica Romana. Dal 21 giugno al 4 luglio, inizio alla grande, una composizione che, nel 1899, ha inaugurato il nuovo corso della musica con il rivoluzionario linguaggio dodecafonico. “Notte trasfigurata”, su un poema di Richard Dehmel che l’attrice Carlotta Proietti leggerà prima dell’esecuzione (h.21,30). Il tutto accostato alle musiche trascritte dei Beatles e dei Radiohead, anch’essi rivoluzionari, nel mondo del rock anni 60-70. Precede il giovane Lorenzo Luiselli al piano, vincitore della categoria “I Love Mozart”, di Lazio Sound 2023, con un repertorio classico. Sala Casella h.20 e ancora qui, stessa ora, il 22 giugno, “Death Speaks in Palimpsests, con l’ensemble belga Extended Music Collective, al quale segue la Baldwin Giang (segnalo il brano “San Clemente Syndrome”, ispirato ad uno dei luoghi antichi più suggestivi di Roma). Ai Giardini,.21,30, l’Argentina con Cuartertango, la musica di Astor Piazzolla con una formazione di prim’ordine.

Mariachi Romatitlan

Mariachi Romatitlan

  Il 23 il duo Ciammarughi-Taddei, sax e piano, impegnati, fra l’altro, a celebrare i 100 anni della mitica “Rhapsody Fantasy” di George Greshwin, alla Casella h.20, mentre ai Giardini, 21,30, il Germano Mazzocchetti Ensemble, “Mai di lunedì”, fra jazz e musica popolare. E certamente popolare, nel senso di identità nazionale, è il sound messicano del Mariachi Romatitlan, musica inserita nel Patrimonio culturale dell’umanità (Giardini 21,30, mentre alla Sala Casella, h.20, il primo appuntamento “Intorno a un libro”, dedicato a Stravinskij. E, per restare in tema, altri incontri libreschi: il 27, Casella h.20, “Vivaldi secondo Vivaldi”, con l’autore Federico Maria Sardelli e musiche del Prete Rosso (Giardini, 21,30, “The Smell of Blue Electricity”, con Vittorio Montalti e il Blow Up Percussion); “Urban Gardens”, con l’autore Nicola Campogrande e interventi musicali del Trio David (Giardini, 21,30, “Metti una sera al cinema”, la musica del cinema italiano, Morricole, Rota e Sakamoto); “Bach e Prince vite parallele, con l’autore Carlo Boccadoro, un altro accostamento “bizzarro” ma interessante, perché entrambi, nel ‘700 e nel ‘900, hanno inciso profondamente nella storia della musica, classica e pop (Giardini 21,30, imperdibile, “Munedaiko. L’arte del taiko”, le percussioni giapponesi con melodie tradizionali).

Munedaiko

Munedaiko

   L’Iran merita uno spazio a parte, quale omaggio ad una cultura millenaria che una feroce dittatura teocratica ha ferito a morte, come testimoniano le migliaia di vittime della repressione. Si inaugura nella Sala Affreschi, h.18, con la mostra fotografica “In-dicibile e In-visibile”, poi alle 18,30 la presentazione del libro “Più ci rinchiudono più diventiamo forti”, di Narges Mohammadi, premio Nobel per la Pace 2023, tuttora in carcere in condizioni disumane come tutti i detenuti politici. A sera, Casella h.20, “Le mie tre sorelle”, di Ashkan Khatibi, costretto a lasciare il paese, con la storia vera narrata da Sadaf Baghbani, che, durante le manifestazioni di “Donna, Vita, Libertà”, è stata colpita da ben 150 proiettili sparati dai pasdaran. Chiude, Giardini 21,30, “Gli echi della rinascita”, musica classica e contemporanea persiana, come un inno di speranza. La giornata ha il patrocinio di Amnesty International.

"Le mie tre sorelle", di Ashkan Khatibi

“Le mie tre sorelle”, di Ashkan Khatibi

  Continuiamo con un omaggio a Goffredo Petrassi, “Canti della campagna romana…e dintorni”, quasi un saggio di antropologia culturale affidato a un soprano, piano e voce recitante. Casella h.20, mentre ai Giardini, 21,30, The Bass Gang in una sgangherata quanto simpatica rivisitazione di classici del rock. Una new entry delle serate etniche è l’Arzebaigian, con “Tavolozze”, ovvero i colori che si ritrovano nei tappeti come nei paesaggi azeri ripercorsi nel suono (la compositrice e pianista Rahilia Hasanova), una sorta di impressionismo musicale molto intrigante. Casella h.20, ai Giardini invece, 21,30, il Marco Sinopoli Quartet, jazz moderno e crossover). E’poi la volta di “Musica amata”, i non professionisti che si cimentano con gli strumenti, riproponendo il periodo eroico della Filarmonica, quando era un’associazione di “dilettanti di musica” (Casella h.20, ai Giardini, 21,30, l’Orchestra d’archi Ostiense”, con un bel repertorio barocco). E, infine, “Surfaces” un concerto multimediale che presenta nuove composizioni elettroacustiche in prima assoluta. Casella h.20, e la chiusura ai Giardini, 21,30, con “Questo amore”, recital del cantattore Angelo Maggi, insieme al Quartetto d’archi Agape e il pianista Davide Annechiarico. Una chiusura tutta simbolica, perché “Una canzone, o anche un solo verso tra quelli che ascolteremo, ci può aiutare a non abituarci mai all’idea dell’amore come possesso; e a imparare di nuovo l’idea dell’amore come dono”.

The Bass Gang

The Bass Gang

“Harmoniae”, ai Giardini della Filarmonica dal 21 giugno al 4 luglio. Per informazioni 06 3201752 e www.filarmonicaromana.org. Durante le serate del festival si potranno gustare i piatti tipici della tradizione siriana preparati ogni giorno da Hummus Town.

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